LA STORIA 

 

“Colle dato in feudo” sorgeva in un territorio ben più ricco d’acqua rispetto ad oggi. Storicamente importante per tutto il Medioevo, è stato uno dei primi incastellamenti della zona ed è stato datato non prima dell'XI.    

Il Castello

Le prime testimonianze dell’edificazione di castelli, nella nostra zona, si hanno alla fine del IX - inizi del X secolo quando i Saraceni,  nel compiere saccheggi e devastazioni, non risparmiarono neanche il Cicolano (incendiarono il Monastero di S. Salvatore a Rieti e devastarono Antrodoco).

Nel Chronicon Vulturnense si rileva che, fin quando governarono i Longobardi nelle nostre regioni, “ i castelli erano rari, perché non vi era il timore o la paura di guerre, tutti godevano di una grande pace, fin quando arrivarono i Saraceni.”

Leone Ostiense o Morsicano nel suo Chronicon Cassinense descrive come le varie abbazie si preoccupassero delle popolazioni loro soggette facendo “ innalzare castelli e rocche fortificate nei luoghi di difficile accesso per evitare scorrerie e saccheggi da parte dei seguaci della Mezzaluna.”

I castelli più antichi risalgono, come già affermato, intorno all’IX–X sec., erano per lo più in legno e venivano distrutti a causa degli incendi, durante le guerre. Dopo il IX secolo si cominciò a costruirne in muratura. Ve ne erano molti nel Cicolano e ben otto nella nostra zona: il castello di Corvaro, Maleto, Collefegato, Castelmenardo, Poggiovalle, Torano, S. Anatolia e Spedino.

I castelli, in genere, rispecchiano un’architettura costante ossia una costruzione centrale, detta mastio o maschio, circondata da almeno due cinta murarie ed un fossato. Il castello italiano di questo periodo è caratterizzato da: torri, mura fortificate, mastio e contrafforti, vale a dire tutti elementi atti alla difesa.

L’insieme è collocato sulla cima di un monte o di un colle d’importanza strategica, da cui è possibile dominare le pianure circostanti, le vie d’accesso, le frontiere e l’eventuale avvicinamento di nemici.

Collefegato, anticamente, era uno dei centri più importanti del Cicolano e, sotto di esso, si svilupparono via via gli attuali paesi di Borgorose (originariamente “ il borgo del castello di Collefegato”) e Villerose (originariamente “le ville del castello di Collefegato”). In seguito alle scorrerie dei Saraceni, sopra citate, fu edificato un borgo sulla sommità di un colle completamente disabitato e cinto di mura con un’estensione massima di circa 8000 mq. (a circa 800 metri di altitudine) che prese appunto il nome di Collefegato (il termine fegato deriva dal latino ficatum cioè “affidato”, ovvero colle dato in feudo).

L'insediamento fortificato concesso in feudo, inizialmente ad un ignoto personaggio da un ente religioso o laico, anch'esso rimasto sconosciuto passò sotto il controllo del conte Gentile Vetulo di Rieti, nella metà del XII secolo. Successivamente il castrum venne concesso da Carlo d'Angiò a Ugo Stacca, proveniente dalla Provenza Orientale. Dopo la morte di quest'ultimo, avvenuta tra il 1272 e il 1273, il feudo ritornato agli Angioni venne affidato all'aquilano Fidanza, legato alla potente famiglia dei Camponeschi. Nel 1338, rimasto coinvolto nelle sanguinose lotte tra Pretatti e Camponeschi, che si contendevano il controllo della città de L'Aquila venne assaltato e preso da Buonaggiunta da Poppleto, seguace dei Pretatti. Da Fidanza, catturato e sottratto alla furia omicida dei suoi avversari per volere di Buonaggiunta, il castello passò a Giuntarello da Poppleto. Agli inizi del XV secolo, con il matrimonio tra Paola da poppleto e Francesco Mareri, il feudo venne inserito tra i possedimenti della famiglia Mareri, poi seguirono i Cesarini ed infine i baroni Ciambella de L'Aquila.

Dell'antico borgo restano solo alcuni ruderi del castello, costituito da un corpo centrale di mt.120 x 60, attorniato da tre torrioni; intorno ad essi si sistemavano i soldati, i servi, gli artigiani. Ad occidente del castello è ubicata la chiesa medievale, 18 x 10 Mt., di cui resta il campanile. Accanto all’altare si ammira l’affresco de “La Madonna del latte” risalente al 1471, restaurato nel 1947. Le abitazioni, che oggi formano il moderno paese, lungo le pendici del colle furono costruite dopo il disastroso terremoto del 13 gennaio 1915. Le rovine architettoniche e le strutture esistenti fanno di questo piccolo villaggio uno dei punti di riferimento nello studio delle tradizioni storiche dell'intero Comune.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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