LA STORIA
E' il centro abitato più orientale del Comune di Borgorose, a pochi passi dal confine con la provincia di L'Aquila. Posto a 753 metri, lungo le pendici dei monti Paco e Cerro, venne riedificato dopo il terremoto del 1915. Il paese prende il nome dalla martire Anotolia; proprio in questo luogo, nel X secolo, si rifugiarono gli abitanti della città di Tora, presso il quale la Vergine romana Anatolia affrontò il martirio ai tempi dell'imperatore Decio: "...Anatolia, mentre pregava con le mani protese, fu trafitta con la spada nei confini della Sabina..." (S. Gregorio Magno - Dialoghi). Ed è proprio nel sito dell'attuale santuario di Santa Anatolia che le fonti storiche e di archivio ubicano il luogo dove si consumò il martirio della Santa al tempo di Decio, esattamente il 9 Luglio del 251 d.C. Il paese fu dapprima Castello dipendente dalla baronia di Carsoli e poi Castello proprietà degli Orsini della Contea di Tagliacozzo. L'abitato si divide in due parti: la parte alta posizionata su di un colle e la parte bassa che si svolge attorno al Santuario.
Il
Santuario di Santa Anatolia
Il santuario sorge accanto al luogo dove la Santa affrontò il martirio nel 251d.C. Fonti storiche ricordano che sullo stesso luogo si ergeva un monastero di padri Benedettini. Il santuario è, infatti, una costruzione recente, databile intorno al 1877. Fu costruito da Luigi Ferrante (una scritta sul soffitto del santuario ricorda "Questa chiesa è stata finita di coprire nel 1877"). Il culto per la Santa sabina di Tora, testimoniato fin dal IV secolo, si è diffuso, in breve tempo, in molte località dell'Italia centrale, ed il suo santuario è diventato un importante meta di pellegrinaggi. Le notizie più antiche di questa chiesa risalgono ai primi decenni del secolo VII, quando fu donata all'Abbazia di Farfa dal Duca di Spoleto Feroaldo II.
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