LE CHIESE E I MONUMENTI

 

 

San Pietro

La chiesa di San Pietro, risalente al XV secolo, è caratterizzata da un prezioso portale decorato con colonnine tortili. Sull’architrave è posto un agnello crocifero, simbolo di Cristo Risorto e un’iscrizione che permette di datarlo intorno al 1462 e di attribuire l’affresco della lunetta, raffigurante La Madonna con Bambino, tra S. Pietro e S. Martino, a Tommaso da Biasca. La parte superiore del portale si chiude con una serie di archi a sesto acuto, utilizzati nell'arte gotica.   

San Paolo  

Nel 1561 era  tenuta da un rettore ed il popolo vi si recava due volte all’anno  processionalmente: il primo maggio SS. Filippo e Giacomo e durante la festa della conversione di S. Paolo. L’impianto della chiesa a tre navate ha subito numerosi rimaneggiamenti che ne hanno alterato l’assetto. Nello stato totale di abbandono fu sottratto anche parte del portale che si presentava simile a quello di S. Pietro.

San Martino

Un’altra antica ed importante chiesa è quella di S. Martino, nominata come pieve già nel 1182, con il nome: plebs Sancti Martini de Torano. La struttura, in stile gotico abruzzese, è affine a quella di S. Stefano in Cliviano. Questa affinità ci induce a datare il complesso tra la fine del XII e inizi del XIII secolo, tale datazione sembrerebbe sostenuta anche dagli affreschi che si trovano all'interno. La pianta basilicale è suddivisa in tre navate scandite da pilastri che sostengono archi ogivali. Presenta una facciata a due spioventi, su quella destra abbiamo il campanile con due campane di bronzo risalenti al sec. XVI-XVII. Le due campane presentano entrambe iscrizioni in alto illeggibili. La chiesa, nel 1712, era parrocchiale e contava un abate, due canonici e trenta canonici coadiutori. Questa chiesa è dedicata a San Martino Tornese ed è consacrata il 25 aprile. La facciata è volta a sud ed ha una finestra ovale nel mezzo. La chiesa ha tre navate coperte a tetto con travi e tavole. La chiesa è abbastanza illuminata da diverse finestre. Gli altari sono sette. L'altare maggiore è dedicato al SS Sacramento: nel quadro in tela è dipinta l'ultima cena, a destra e a sinistra della tela, un Santo che riceve la comunione, in punto di morte e S. Antonio Abate. Gli altari laterali sono sei, cinque dei quali a cornici. Il primo altare è dedicato a S. Martino Tornense, al luogo del quadro c'è il Simulacro del S. Taumaturgo in legno e due immagini a fresco ai suoi lati, a destra , S. Antonio da Padova, e a sinistra S. Bernardino da Siena; successivamente due immagini di un vescovo e di una S. Vergine. Il secondo altare è dedicato a S. Michele Arcangelo nella nicchia soprastante la mensa; nelle pareti laterali, all'altare quella di S. Marco Evangelista e S. Chiara D'Assisi da una parte, e di S. Gerolamo Dottore e S. Lucia Vergine e martire dall'altra; nella volta quella della SS Vergine con diverse vesti e dello Spirito Santo e di due Arcangeli in due riquadri. Questo altare è Juri Patronati (diritto di patronato) della famiglia Maliti. Il quarto altare è dedicato alla Beata Vergine Lauretana, Madonna delle Grazie, questo altare è di Juri Patronati della famiglia Felli. Il quinto altare è dedicato a S. Giacomo Apostolo. L'altare è di Juri Patronati della famiglia Catini. Nell'ultima cappella vi è la fonte battesimale costruita in una specie di tabernacolo in legno che contiene un vaso di rame con l'acqua battesimale e con la custodia degli Oli Santi. Il settimo altare è collocato in capo all'altra navata, è dedicato alla Beata vergine del Carmine, insieme al SS Bambino vi si trova effigiata in una vecchia tela, con S. Giovanni Battista a destra e S. Francesco d'Assisi a sinistra.

Un recente intervento di restauro ha permesso il consolidamento delle strutture portanti, compresa la torre campanaria e il rifacimento del tetto con una copertura a capriate. Nel 1398 era tra le chiese principali della diocesi di Rieti con le sue numerose cappelle.

Nelle vicinanze della chiesa sorgeva anche un ospedale dedicato a S. Martino che aveva lo scopo di curare gli infermi, ospitare e rifocillare i pellegrini e i bisognosi. Era di origine caritativa ed ecclesiastica e versava perennemente in pessime condizioni. Lo dirigeva un frate Agostiniano che riscuoteva ogni anno cinque scudi. Attualmente, dell'edificio, abbandonato definitivamente nel 1651, non resta più nulla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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